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domenica 22 dicembre 2013


SIAMO ALLE PORTE per entrare nella casa del PANE

Saziamoci di quel pane di vita!


BETLEMME CASA DEL PANE

(clicca per sentire il canto)


Betlemme, casa del pane festa dei doni.
E' là nella grotta per noi il dono supremo:
Un figlio ci è dato, disceso dal Cielo... l'Emmanuel!

Betlemme, casa del pane festa dei doni.

Il cielo offre la stella e gli angeli l'Inno...
la terra offre la grotta, il deserto un presepio,
i magi portano doni, i pastori stupore...
e noi la Vergine Madre.

Betlemme, casa del pane festa dei doni.
E' là nella grotta per noi il dono supremo:
Un figlio ci è dato, disceso dal Cielo... l'Emmanuel!

Betlemme, casa del pane festa dei doni.



4 commenti:

  1. Betlemme significa proprio: "Casa del Pane". Gesù sceglie di farsi pane per noi. Pane del perdono e della salvezza. Pane della misericordia. Pane vivo disceso dal cielo. Buon Natale
    Anna

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  2. Auguro che per tutte noi ogni giorno sia “Natale”. Facciamoci aiutare da Maria, perché prepari la casa del nostro cuore piena di luce, di accoglienza, capace di fare posto al Signore che viene e fare spazio anche agli altri in noi. Lasciamola agire, perché Lei sa fare bene ogni cosa e conosce che cosa è gradito al Suo Figlio Gesù.
    La Madre

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  3. Omelia nella Notte di Natale
    «Il popolo in cammino vede una grande luce»

    Questa profezia di Isaia non finisce mai di commuoverci, specialmente quando la ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. E non è solo un fatto emotivo, sentimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi – e anche dentro di noi – ci sono tenebre e luce. E in questa notte, mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l’avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. Una luce che ci fa riflettere su questo mistero: mistero del camminare e del vedere.
    Camminare. Questo verbo ci fa pensare al corso della storia, a quel lungo cammino che è la storia della salvezza, a cominciare da Abramo, nostro padre nella fede, che il Signore chiamò un giorno a partire, ad uscire dal suo paese per andare verso la terra che Lui gli avrebbe indicato. Da allora, la nostra identità di credenti è quella di gente pellegrina verso la terra promessa. Questa storia è sempre accompagnata dal Signore! Egli è sempre fedele al suo patto e alle sue promesse. Perché fedele, «Dio è luce, e in lui non c’è tenebra alcuna» (1 Gv 1,5). Da parte del popolo, invece, si alternano momenti di luce e di tenebra, fedeltà e infedeltà, obbedienza e ribellione; momenti di popolo pellegrino e momenti di popolo errante.
    Anche nella nostra storia personale si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce, ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l’orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi. «Chi odia suo fratello – scrive l’apostolo Giovanni– è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi» (

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