Dal convegno nazionale vocazionale, Roma - gennaio 2014
Il tema del convegno, riassunto nello slogan “Apriti alla Verità, porterai la Vita”, è presentato dal direttore dell’Ufficio, mons. Nico Dal Molin: “Essere persone vere significa raccontare, cercare e amare la verità, fino a farsi carico della vita degli altri con la propria vita”. In un tempo in cui “tutte le parole sono logore” (Qohélet 1,6) e “malate di banalità e menzogna – osserva mons. Dal Molin – noi ci ostiniamo ad ascoltare poco e a snobbare il silenzio come fonte di sobrietà, di essenzialità e di feconda narrazione della verità”. La ricerca della verità – continua il Direttore – conosce “un prezzo alto: è la fatica dell’interiorità, del tornare nell’intimo di noi stessi”, dimensione essenziale “per non cadere in un efficientismo nevrotico e parossistico”. Il metro dell’amore alla verità rimane l’altro: “Quando si perde l’attenzione e il senso di comprensione verso la difficoltà della singola persona, quando si tende a massificare anche la sofferenza – conclude mons. Dal Molin – allora si comincia ad essere dislocati e disumani, si tende perciò ad entrare nella sfera di tenebra e a non lasciarsi più attrarre nell’orbita della luce”.
Ti ho riportato questa riflessione, perchè mi sembra molto adatta per chi come noi vogliamo capire ed educare i giovani alla Verità. Ciao Rita
Al termine dei lavori, don Michele Falabretti, Responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile ha così concluso: «Il convegno di Genova ha tentato di aprirci gli occhi sul fatto che la partita della vita, per ciascuno, è giocata nella quotidianità. Che, almeno in Italia, non ha una collocazione unica: da qualche parte è la strada, da qualche altra è una casa con un bel cortile. Ma non importa il luogo, come è fatto, come è organizzato. Importa chi lo abita, importa che ci siano degli educatori, che hanno un cuore che batte davvero e per i loro ragazzi sono pronti a dare la vita!».
L' importante che ci siano educatori, pronti a dare la vita! Buona giornata Irene
"I giovani oggi - continua don Gino - sono una sfida dentro una cultura dove il primo posto è occupato da ciò che è esteriore, immediato, visibile, veloce, superficiale, provvisorio. Come i salesiani possono essere profeti del nuovo che rende nuova la vita? Come essere uomini che illuminano il futuro di tanti giovani? Ci è chiesto di essere audaci e creativi nel ripensare obiettivi, strutture, stile, metodi di educazione e di annuncio della vita. Speriamo di riuscirci". "Sento la mia presenza a questo Capitolo - conclude don Berto - come un infinito dono di Dio che chiede la responsabilità di vivere con intensità questa opportunità e poterla poi condividere con tutta la comunità. Un intenso, fraterno e affettuoso saluto a tutti , accompagnato da quel legame nella fede che si esprime nella preghiera".
Dal convegno nazionale vocazionale, Roma - gennaio 2014
RispondiEliminaIl tema del convegno, riassunto nello slogan “Apriti alla Verità, porterai la Vita”, è presentato dal direttore dell’Ufficio, mons. Nico Dal Molin: “Essere persone vere significa raccontare, cercare e amare la verità, fino a farsi carico della vita degli altri con la propria vita”.
In un tempo in cui “tutte le parole sono logore” (Qohélet 1,6) e “malate di banalità e menzogna – osserva mons. Dal Molin – noi ci ostiniamo ad ascoltare poco e a snobbare il silenzio come fonte di sobrietà, di essenzialità e di feconda narrazione della verità”.
La ricerca della verità – continua il Direttore – conosce “un prezzo alto: è la fatica dell’interiorità, del tornare nell’intimo di noi stessi”, dimensione essenziale “per non cadere in un efficientismo nevrotico e parossistico”.
Il metro dell’amore alla verità rimane l’altro: “Quando si perde l’attenzione e il senso di comprensione verso la difficoltà della singola persona, quando si tende a massificare anche la sofferenza – conclude mons. Dal Molin – allora si comincia ad essere dislocati e disumani, si tende perciò ad entrare nella sfera di tenebra e a non lasciarsi più attrarre nell’orbita della luce”.
Ti ho riportato questa riflessione, perchè mi sembra molto adatta per chi come noi vogliamo capire ed educare i giovani alla Verità.
Ciao Rita
Al termine dei lavori, don Michele Falabretti, Responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile ha così concluso: «Il convegno di Genova ha tentato di aprirci gli occhi sul fatto che la partita della vita, per ciascuno, è giocata nella quotidianità. Che, almeno in Italia, non ha una collocazione unica: da qualche parte è la strada, da qualche altra è una casa con un bel cortile. Ma non importa il luogo, come è fatto, come è organizzato. Importa chi lo abita, importa che ci siano degli educatori, che hanno un cuore che batte davvero e per i loro ragazzi sono pronti a dare la vita!».
RispondiEliminaL' importante che ci siano educatori, pronti a dare la vita!
Buona giornata
Irene
"I giovani oggi - continua don Gino - sono una sfida dentro una cultura dove il primo posto è occupato da ciò che è esteriore, immediato, visibile, veloce, superficiale, provvisorio. Come i salesiani possono essere profeti del nuovo che rende nuova la vita? Come essere uomini che illuminano il futuro di tanti giovani? Ci è chiesto di essere audaci e creativi nel ripensare obiettivi, strutture, stile, metodi di educazione e di annuncio della vita. Speriamo di riuscirci".
RispondiElimina"Sento la mia presenza a questo Capitolo - conclude don Berto - come un infinito dono di Dio che chiede la responsabilità di vivere con intensità questa opportunità e poterla poi condividere con tutta la comunità. Un intenso, fraterno e affettuoso saluto a tutti , accompagnato da quel legame nella fede che si esprime nella preghiera".
Può essere utile.
Matteo